NESSUNA FOTO
Per favore, non fare foto
di altra gente qui
che non sia chi vi ha sofferto
sia pure per un solo giorno.
Restino solo Desolazione
e Rimpianto per non aver capito
per non aver provato
a fermare il Male che si nutriva.
Entra in punta di piedi
e lascia che il silenzio
ti penetri dentro ed il vento
spazzi via i tuoi pensieri.
Forse allora, ci riuscirai
ad ascoltare la mia voce
raccontarti di quello che ancora
sognavo di dire
e di fare
che avevo ancora da ridere
e da amare
in quella prossima primavera del 43
Ti dirò di quell'ultimo mese di Tishri
e dello Yom Kippur
quando seguii mamma e Elia
che "non erano buoni a niente"
e di come ci facemmo fumo.
(Carla Natali)
Un paio di scarpette rosse
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”.
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’ eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
I BAMBINI DI TEREZIN
Fra i prigionieri del ghetto di Terezin ci furono all’incirca 15.000 bambini,
compresi i neonati.
Erano in prevalenza figli di ebrei cechi, deportati a Terezin insieme ai genitori,
La maggior parte di essi morì nel corso del 1944 nelle camere a gas di Auschwitz.
Se ne salvarono meno di cento e di questi nessuno aveva meno di quattordici anni.
I bambini sopportarono il destino del campo di concentramento
assieme agli altri prigionieri di Terezin
e soffrirono assieme agli altri le misere condizioni del lager.
Soffrirono anche per il distacco dalle famiglie
e per non potersi comportare come bambini.
Per un certo periodo gli adulti riuscirono ad alleviare le condizioni di vita dei ragazzi
facendo sì che venissero concentrati nelle case per i bambini dove
educatori ed insegnanti riuscirono, nonostante le infinite difficoltà,
a organizzare loro una vita giornaliera e perfino l’insegnamento clandestino.
I bambini frequentavano le lezioni e partecipavano a molte iniziative culturali
preparate dai detenuti, scrivevano poesie (ne sono rimaste 66),
attività teatrali e musicali
(rappresentarono l'opera Brundibar musicata dal ompositore Hans Krása.
Questo spettacolo faceva parte di una messa in scena dei nazisti per nascondere alla Croce Rossa
gli orrori dello sterminio, spacciando Teresin per un campo modello
dove gli ebrei potevano continuare la loro esistenza sotto la protezione del Reich.
) e facevano disegni sotto la direzione di Friedl Dicker Brandejsovà,
designer e architetto di grande talento, allieva di Martin Gropius.
Il complesso dei disegni che si è riusciti a salvare e che fanno parte
delle collezioni del Museo statale ebraico di Praga,
comprende circa 4.000 disegni.
I loro autori sono per la gran parte bambini dai 10 ai 14 anni.
I bambini disegnavano e dipingevano prati pieni di fiori e farfalle in volo,
motivi di fiaba, giochi di bambini ma anche disegni che illustravano
la cruda realtà in cui erano costretti a vivere:
disegni delle caserme, dei blocchi e delle strade, dei baraccamenti di Terezin
con i letti a tre piani, i guardiani. i malati, l’ospedale,
il trasporto, il funerale o un’esecuzione.
Malgrado tutto erano pieni di speranza, speravano in un domani diverso,
speravano di rivedere la loro casa, i prati, le rondini in volo, il sole.....
In molti disegni c'è la firma del bambino, talvolta la data di nascita e di deportazione a Terezin.
La data di deportazione da Terezin è in genere l’ultima notizia del bambino....
La stragrande maggioranza di loro morì.
Ma le loro poesie ed i loro disegni rimarranno per l'eternità
a testimonianza di questi atroci delitti..
L´ultima, proprio l´ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
- così gialla, così gialla!
l´ultima,
volava in alto leggera
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà la mia settima settimana
di ghetto...
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell´altra volta fu l´ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
Pavel Friedmann da Vedem, 4.6.1942
☆
Ricordare per non dimenticare mai,
Queste cose non devono più accadere,l'essere umano è sacro,
i bambini non si toccano,come si può sterminare un popolo per la pazzia ideologica di un folle
che si era messo in testa di creare la "razza perfetta"?
"La Razza Ariana" tutti biondi con gli occhi azzurri…
e tutto il resto della gente,si dovrebbe sterminare chiunque ed ogni cosa allora?
Signore fa che non accadano più queste barbarie, che ognuno possa essere padrone della propria vita
e poter vivere in pace in armonia con il mondo che ci circonda,
basta guerre fratricide nel nome di Dio,
Basta stermini di massa se non si appartiene alla Razza tal dei tali,
"SIAMO TUTTI FRATELLI, NATI SOTTO LO STESSO CIELO,RISCALDATI DALLO STESSO SOLE
ED A FARCI LUCE DI NOTTE SEMPRE LA STESSA LUNA"…
"SIGNORE TI SUPPLICO,BASTA GUERRE BASTA UCCISIONI DI PICCOLI BIMBI INDIFESI,
CHIEDIAMO SOLO UN PO' DI PACE, SIGNORE TE NE PREGO,AIUTACI TU… "
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